20 maggio 2008
13 maggio 2008
Via Lenin
A Roma, tra Gianicolo e Portuense, circola un autobus dell’ATAC, il 710, che propone a grandi lettere, VIA LENIN.
La dottrina leninista del potere monopartitico è indubbiamente in ribasso, ma in Cina, Corea del Nord, Vietnam, Laos, Cuba sopravvive e in Italia esistono tuttora nostalgici devoti che “ignorano” le complicità criminali di Togliatti con l’allievo di Lenin, con Josif Stalin.
Anche se in Italia non è crollato un muro come a Berlino, si è verificato qualche giorno fa un fatto nuovo: le formazioni politiche che si ispirano all’ideologia leninista-kominternista registrano ormai un consenso quasi nullo. Sarebbe auspicabile da parte del nuovo sindaco della Città Eterna impegnarsi su un punto d’alto significato simbolico: come a Berlino, dopo la caduta del muro, rendere onore alle vittime del totalitarismo rosso, cancellando dalle insegne i nomi di chi ha causato o contribuito a causare con la propria complicità tante sofferenze.
Roma, che ha già rifiutato di intitolare una piazzetta a un fascista pentito come Bottai, uno di quelli che ebbe il coraggio il 25 luglio di votare contro Mussolini, potrebbe ancora una volta mostrare la propria sensibilità in campo toponomastico.
Il “Migliore”, non solo non osò mai votare contro Stalin, ma lo applaudiva quando Baffone faceva fucilare i suoi compagni; eppure, un grande viale è intitolato a Palmiro Togliatti.
11 maggio 2008
Giustizia islamica 02
... E poi i "muslims" che, fra le altre cose, pretendono venga tolto il Crocifisso dalle nostre scuole, vogliono darci lezioni di civiltà!!!
09 maggio 2008
04 maggio 2008
Clandestini 02
Avrei una proposta da sottoporre a chi è deputato a gestire il "problema clandestini".
Se rimettiamo in linea i traghetti della Tirrenia, ormeggiati inattivi nei porti sardi, sulla tratta Libia-Lampedusa potremmo imbarcare direttamente in loco i clandestini sulle nostre navi e trasportarli in Italia.
L’operazione procurerà certamente notevoli vantaggi economici perché risparmieremmo cifre importanti, oggi assorbite dai costosi pattugliamenti aero-navali delle nostre unità che devono spingersi fino a 50 miglia da Lampedusa, che ne dista 70 (sic!) dalle coste africane, per raccogliere quei poveri naviganti.
Inoltre potremmo, con una corsa al giorno per ogni traghetto, decuplicare il contributo comunitario per l’ingresso dei clandestini sul nostro territorio, infine, ma capisco che quest’ultima potrebbe essere una provocazione, lavorando sui numeri, potremmo chiedere agli emigranti il pagamento di un ticket per il viaggio Africa-Italia, sicuramente inferiore a quanto debbono pagare ora ai trafficanti ma, soprattutto, con la garanzia di arrivi veloci (mare permettendo) e sbarchi certi nei nostri porti.
Importante, appena sbarcati, è che vengano subito muniti di documento di identità, prelevando contestualmente le impronte digitali, onde poterli individuare con maggiore rapidità e certezza nell’eventualità dovessero stuprare qualche nostra madre o moglie o figlia …
Che ve ne pare?
Tanto per rimanere in argomento, il giorno 02.05.2008 l’agenzia giornalistica Adnkronos ha dato la seguente notizia: “Arriveranno a Lampedusa … i 41 clandestini tra cui 4 donne, soccorsi a 46 miglia a sud dell'isola da una motovedetta della Guardia di Finanza. Le operazioni di soccorso sono state coordinate dalle autorità maltesi nelle cui acque si trovava il barcone.”
Qualcuno mi sa spiegare come mai le autorità maltesi hanno coordinato i soccorsi E NOI ABBIAMO ACCOLTO I CLANDESTINI A LAMPEDUSA?
Erano a 46 miglia dalle nostre coste, in acque maltesi ... o no!!!